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domenica 21 luglio 2013

MICOTOSSICOLOGIA



Sindrome Falloidea

Sporofori Responsabili
Amanita phalloides, A. verna, A. virosa, A. porrinensis
Galerina marginata e altre del gruppo
Conocybe filaris e altre del gruppo
Genere Pholiotina – quasi tutte le specie
Genere Lepiota – quasi tutte le specie

Quadro Clinico
Nel periodo compreso tra le 6 ore e le 24 ore, cominciano a comparire i primi sintomi, dolori addominali, sudorazione, vomito incoercibile e diarrea profusa; di conseguenza può insorgere disidratazione grave con ipovolemia, che, se non curata prontamente, può generare nel paziente un’insufficienza renale acuta anche con esito letale.
Dopo 24 – 48 ore, si manifesta la fase epatica vera e propria, quando le amatossine contenute nello sporoforo raggiungono per via vascolare il fegato. Si rileva un notevole aumento delle transaminasi e della bilirubina, e, dopo 4-5 giorni, si verifica, necrosi epatica con esito mortale, determinato da coma epatico, insufficienza respiratoria e grave insufficienza renale. Una risposta pronta e corretta da parte del Micologo sul riconoscimento degli sporofori ingeriti dal paziente, consente oggi al medico di adottare una terapia di pronto intervento, consistente nella diuresi forzata, pertanto i casi mortali, rispetto al passato, sono scesi al 10% dei casi presentatisi. La ripresa del paziente, è tuttavia lenta e difficile e in molti casi la sua vita dipende dal trapianto del fegato.



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1 commento:

amanita ha detto...

Argomento delicato questo sulla micotossicologia e che parecchi raccoglitori meno esperti prendono sempre sotto gamba. La Sindrome falloidea è una delle più brutte che ci sia e quasi sempre causata dall'Amanita phalloides che ogni anno miete le sue vittime per l'incoscienza di alcune persone senza scupoli.
Saluti